Oggi approfondiamo la clorosi delle piante, un problema che può improvvisamente capitare anche alle piante più belle, specie a quelle mediterranee. Se hai notto foglie gialle, è il momento di agire. In questo articolo ci concentreremo sui rimedi e sull’importanza di scegliere i giusti terreni di coltivazione.
Rimedi per la clorosi
Ecco alcuni metodi efficaci per curare la clorosi:
- Nutrizione mirata: Utilizzare concimi che contengono ferro chelato, manganese e magnesio. Questi micronutrienti sono essenziali per lo svolgimento della fotosintesi e il conseguenziale benessere delle piante. Nutrire con regolarità se possibile ad ogni irrigazione o ameno ogni 3-4 settimane, durante la stagione di crescita, possibilmente seguendo le indicazioni riportate sull’etichetta del prodotto.
- Correzione del pH: Controlla regolarmente il pH e assicurati che sia compreso nell’intervallo in cui il chelato di ferro è attivo. Se il pH è troppo alto puoi ridurlo utilizzando concimi acidificanti come i solfati, mentre se è toppo basso puoi alcalinizzare usando concimi a base di calcio.
- Aerazione del terreno: Muovere gli strati superficiali quando possibile agevola la penetrazione di aria nel substrato di coltivazione e al tempo stesso favorisce l’asciugatura e migliora l’assorbimento degli elementi nutritivi. Questo è particolarmente efficace per le piante in vaso o in contenitore dove il compattamento è più comune.
- Irrigazione adeguata: Innaffiare in modo equilibrato. Lascia asciugare il terreno tra una irrigazione e l’altra per evitare ristagno. L’acqua in eccesso può soffocare le radici e contribuire alla clorosi.
- Rimozione delle foglie malate: Eliminare le foglie gialle e danneggiate. Questo non solo migliora l’aspetto delle piante, ma riduce notevolmente il rischio di infezione secondaria da parte di funghi come botritis, per esempio.
L’importanza dei substrati:
Ora parliamo di un aspetto cruciale: il substrato. Molti vivaisti non si rendono conto che substrati di scarsa qualità, come quelli prodotti utilizzando alte percentuali di torbe brune o anche quelli ottenuti mediante utilizzo di resine chimiche, possono contribuire allo sviluppo di clorosi. Di seguito vediamo il perché:
- Ritenzione nutrienti: I substrati con resine chimiche possono avere una ritenzione di nutrienti inadeguata, la loro capacità di scambio cationica (CSC) è praticamente nulla per cui, particolarmente le talee una volta radicate devono essere immediatamente trapiantate in quanto se subentra la clorosi diventa difficile risanarle. Questi materiali possono ostacolare l’assorbimento dei micronutrienti, causando di conseguenza clorosi.
- Drenaggio inadeguato: Substrati poco porosi come quelli a base di torbe scure possono trattenere troppa acqua, portano le radici a marcire con conseguente incapacità della pianta ad assorbire i nutrienti.
- Idrofobicità: E’ fondamentale che i substrati non diventino idrofobi, ovvero che respingano l’acqua. In natura le piante, nelle zone temperato calde, alternano periodi di disponibilità idrica a periodi di secco. Un substrato sano permette a questo ciclo di svolgersi senza problemi, garantendo che l’acqua pentri facilmente nel subastato e così le radici possono facilmente assorbirla insieme hai nutrienti in essa disciolti.
Se non vuoi avere problemi di clorosi, scegli sempre substrati naturali e ben bilanciati e avrai piante sane e vigorose.
Conclusione:
Affrontare la clorosi non è solo una questione di nutrizione, di substrato, ma è un modo di coltivare le piante. Scegli con attenzione il substrato in cui coltivi le tue piante o radichi le tue talee, applica i giusti rimedi per mantenerle in salute e in relazione al pH che hai scegli i concimi adatti. Tutto questo ti porterà ad avere piante sane, belle e soprattutto prive di clorosi.
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Dott. Vittorio Capitano, creatore del metodo ELEPOT