Se ti sei trovato anche tu ad assistere alla morte delle tue talee che avevi impiantato dopo tanti sacrifici, tanto lavoro, per non parlare poi dei soldi spesi, non puoi non leggere quello che sto per scrivere.
Cercherò di essere il meno noioso possibile ma ti anticipo già che l’argomento non è sicuramente allegro.
Anche a me è capitato nel corso degli anni di imbattermi in morie apparentemente ingiustificate di talee impiantate.
Ho notato che la cosa si verificava con maggiore frequenza in autunno, quindi con gli impianti di fine estate.
Capirai che non è piacevole vedere il lavoro di giorni, letteralmente sciogliersi come neve al sole e trasformarsi in spazzatura, con le perdite economiche che ne derivano.
Eppure le condizioni ambientali erano quelle giuste: umidità controllata, ventilazione adeguata e giusta temperatura.
Mi sono, dunque, chiesto dove fosse l’errore, cosa potesse aver causato un disastro di questa portata.
Da subito ho pensato ad una salinità troppo alta del substrato di radicazione o a un Ph troppo acido. I tessuti sembravano sciolti ma al controllo con analisi chimica questi due valori erano nella norma.
Cosa pensare, allora, visto che tutti i parametri ambientali erano giusti?
Probabilmente il problema era materiale di propagazione.
Ed è qui che comincia il bello….
Ho riscontrato queste morie nelle piante sempreverdi e ora apro una breve parentesi sulla fisiologia di queste piante.
“Si chiamano piante sempreverdi quelle piante che, contrariamente alle caducifoglie, non lasciano cadere le foglie durante la stagione avversa, che generalmente è l’inverno” cit Wikipedia.
Letto questo mi sono chiesto: “Quando le sempreverdi perdono le foglie?”
La risposta è stata intuitiva.
Le sempreverdi perdono le foglie un po’ sempre e in particolare maniera alla ripresa vegetativa primaverile.
La foglia ormai matura smette di fare fotosintesi clorofilliana già dall’estate precedente al distacco e assume un colore verde meno intenso, accumulando al suo interno sostanze nutritive e diventando così organo di riserva.
Tale riserva viene utilizzata dalla pianta alla ripresa vegetativa, a cui seguirà il distacco della foglia stessa.
A questo punto mi è apparso tutto molto chiaro.
Ti starai chiedendo cosa in particolare.
Ebbene ho cominciato a osservare attentamente il materiale usato per produrre le talee e non ho potuto fare a meno di notare la presenza di foglie che, anche se all’apparenza sembravano sane, presentavano, invece, un colore verde meno marcato e un ispessimento dei tessuti stessi.
Avevano la tendenza a rompersi facilmente come fossero di vetro (consistenza vitrea).
Ho capito, allora, che proprio queste erano le foglie che la pianta avrebbe abbandonato in primavera, quindi non più in grado di svolgere fotosintesi.
Ed ecco spiegato il perché di queste morie autunnali delle talee impiantate.
A questo punto ho capito perfettamente quale fosse la causa e l’errore che commettevo.
In pratica bisogna stare molto attenti allo stato fisiologico del materiale che si preleva a fine estate/ inizio autunno.
Questo perché se tale materiale è troppo vecchio e le foglie sono senescenti le stesse tendono a distaccarsi velocemente e a marcire dando, appunto, questa moria delle talee.
Se sei un vivaista o semplicemente un appassionato e vuoi approfondire questa tematica scarica il mio report gratuito qui (www.elepot.it/risorse-gratuite).
Ti starai chiedendo, dunque, cosa puoi fare per non incappare in questo inconveniente.
Presto detto.
Se possiedi un campo di piante madri dedicato è preferibile, a inizio primavera, praticare una potatura drastica associata a forti concimazioni, al fine di eliminare tutte le foglie dell’anno precedente che in autunno saranno vecchie e verranno inesorabilmente staccate con la ripresa vegetativa primaverile.
Allo stesso tempo bisogna avere materiale vegetale non troppo lignificato e con una fisiologia efficace e in grado di assicurare una radicazione di migliore qualità e in tempi più brevi.
Questa regola, a carattere generale, richiede impegno e applicazione.
Avrai notato che la maggior parte delle aziende straniere non produce questo tipo di piante in quanto, nel nord Europa, risulta ancora più difficile determinare il giusto momento fisiologico.
Mica stupidi loro…
Lasciano che noi produttori meridionali ci imbattiamo in questi problemi e ci vendono anche i loro materiali di produzione che sono inadatti al nostro clima.
Ci avevi mai fatto caso?
Per avere risultati di qualità devi diventare TU specialista di quel tale prodotto e utilizzare materiali e tecniche messe a punto sul TUO territorio e, se possibile, testati da produttori di piante e non da venditori di terricci, serre, torbe, etc che vogliono rifilarti esclusivamente il pacchetto completo (www.elepot.it/contatti-ed-informazioni)
Mi sono spiegato?
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Buona radicazione a tutti